Situati ad est del Foro di Traiano, i Mercati Traianei (come fu chiamato,
al momento della scoperta, questo complesso di costruzioni), furono
realizzati nel punto dove fu eseguito il taglio della collina, la Velia,
necessario per la costruzione del Foro di Traiano. Lo studio dei bolli dei
mattoni, con i quali l'edificio è costruito, permettono di datarlo al
primo decennio del II secolo. La facciata dell'edificio è costituita da
una grande esedra, che si apre in basso in undici taberne e due ingressi,
posti ai margini. Queste stanze, poco profonde, poggiano direttamente
contro il taglio della collina. Le porte, quasi quadrate, sono costituite
da stipiti e architravi di travertino. La parte superiore della facciata è
forata da una serie di finestrine ad arco che servivano a dare luce ad un
corridoio superiore coperto a volta, sul quale si aprono dieci taberne. Il
terzo piano dell'edificio era costituito da una terrazza e da un gruppo di
taberne (ora scomparse) che si aprivano, però, in senso inverso rispetto
alle sottostanti, in direzione di una strada antica, la via Biberatica. Il
nome della via (che deriva dal latino biber, bevanda), ci fornisce la
probabile destinazione di almeno alcune botteghe. Questa strada,
fiancheggiata da ampie e ben conservate botteghe, costituisce l'ambiente
urbano meglio conservato e suggestivo dell'antica Roma. Una ripida scala
porta, dalla via Biberatica, ad un grandioso ambiente, che doveva essere
l'ingresso principale. L'ampia sala occupa l'altezza di due piani ed è
coperta da un'ardita volta a sei crociere su mensoloni di travertino.
L'ambiente, sul quale si aprono taberne e botteghe, è una delle più felici
realizzazioni dell'architettura voltata romana. Il grandioso insieme di
edifici, oltre alla funzione di sostenere e nascondere il taglio del
colle, era utilizzato in parte come magazzino di derrate alimentari, in
parte anche per la vendita al minuto. Quanto all'architetto, si impone il
nome di Apollodoro di Damasco, autore anche del vicino Foro. |